La storia del club più antico d’ Italia che, di fatto, diede il via al Football dei pionieri, la leggenda della squadra più forte di tutti i tempi che uni’ tutti gli italiani , l’ origine della nazionale italiana dal 1898 ad oggi: autentiche pagine di storia sportiva e cimeli straordinari, saranno esposti, per la prima volta ed in esclusiva , all’interno della mostra “Un Secolo d’Azzurro”. Un passo necessario e fondamentale per unire le competenze, le energie e promuovere la cultura calcistica di cui siamo maestri soprattutto con le istituzioni. Ne parliamo con Aldo Rossi Merighi, promotore di Un Secolo d’Azzurro.
Dopo l’accordo con il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata avete appena chiuso una importante sinergia con il Museo del Genoa, la storia del calcio si completa…
Può sembrare strano ma quando si parla della storia del calcio italiano il primo pensiero che viene in mente non ha il profumo del campo verde e dell’erba appena tagliata ma ha il sapore del mare e il rumore sordo dei pescherecci che, lentamente, entrano in porto… Nella meravigliosa canzone “Genova per noi” l’immenso Paolo Conte sintetizza in poche e semplici parole un concetto sacrosanto ” Eppur parenti siamo un po’ di quella gente che c’è lì “…niente di più vero, i genoani, dal 1893, sono i padri della grande famiglia del calcio. Non dobbiamo scordare, poi, che la prima Rappresentativa Italiana, nel 1899, scese in campo contro una selezione svizzera indossando la casacca del Genoa.
Cosa vi ha spinto a stringere rapporti con queste prestigiosissime realtà?
Innanzitutto la serietà, la professionalità, ed il profondo rispetto che nutriamo per questi magnifici volontari che da tanti anni, ed immagino con immani sforzi, portano avanti, con grande amore e migliorando ogni giorno di più, la memoria storica ed il ricordo dei loro leggendari club. Un privilegio certamente ma anche tante responsabilità, tante invidie, tanti sacrifici. Per questo abbiamo deciso di unire le forze, il resto sarà una piacevolissima sorpresa per tutti gli amanti del calcio. La condivisione nel mondo del collezionismo è, davvero, merce molto rara così quando la si trova non può che essere sincera e pura.
Quando rinizieranno le mostre di Un Secolo d’Azzurro? Avete già fissato qualche tappa?
Non dipende, purtroppo, soltanto da noi. L’ auspicio è che si riparta da settembre non dovendoci, poi, preoccupare del cosiddetto contagio di ritorno durante il mese invernale. Avremo due anni molto intensi ed interessanti se consideriamo da giugno 2021 a dicembre 2022 ci aspetteranno i campionati europei(rimandati a causa del Covid) con ben quattro partite da disputare a ROMA, il Mundialito per nazionali, ed infine il campionato del mondo in Quatar. Vorremmo essere protagonisti almeno in due di questi eventi, e a tal fine stiamo, da tempo, lavorando con prestigiose istituzioni politiche e sportive per dare il nostro contributo. A brevissimo annunceremo un grande evento per i 120 anni del Palermo calcio in un bene requisito dalla mafia ed ora tornato a disposizione della comunità siciliana.
Se potesse “rubare” due cimeli al Museo del Grande Torino e al Genoa Museum, quali sceglierebbe?
Più che rubare preferirei dire prendere in prestito ed in quel caso non avrei nessun dubbio: al Museo del Grande Torino chiederei la maglietta granata del leggendario Valentino Mazzola, in alternativa opterei per la Balilla d’epoca, con il singolare angelo Rolls Royce posto sul cofano, appartenuta al grande Gigi Meroni. Per quanto riguarda, invece, il cimelio che chiederei al Genoa Museum sarei molto combattuto: da una parte il cuore e dall’altra la ragione. Nel primo caso la maglietta rosso blu del mio idolo di sempre, Roberto Pruzzo, nel secondo la mitica Challenge Cup o Coppa d’ Onore vinta dal Genoa, nel 1898, nel corso del primo campionato ufficiale sotto l’egida della F.I.F. Sogni a parte, il mio consiglio a tutti gli amanti del calcio è di andare a visitare questi luoghi magici e soprattutto sostenerli e promuoverli sui social e con gli amici. Non dobbiamo scordarlo mai: la vera anima del football riposa lì.
Sabrina Trombetti