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Ricerca: MUR, lavoriamo a un modello italiano per la sicurezza

Si è tenuta al Politecnico di Bari la Conferenza Nazionale sulla Sicurezza ed Integrità della Ricerca organizzata dal Ministero dell’Università e della Ricerca. La Conferenza ha preceduto il quarto ed ultimo side event targato G7 Scienza e tecnologia, dedicato allo stesso tema, il 5 dicembre.

La Conferenza è nata come ulteriore momento di confronto e approfondimento in vista anche dell’applicazione della Direttiva europea NIS 2 in tema di cyber-sicurezza. L’obiettivo finale è individuare un ‘modello italiano’ per la sicurezza e integrità della ricerca. A tal fine si è discusso di possibili linee guida dedicate, che saranno alla base del portale sicurezzaricerca.mur.gov.it dove Università e Enti di ricerca potranno trovare, a partire dal prossimo anno, materiali formativi ed informativi sulla protezione della ricerca nazionale.

Il modello nazionale prevede che i responsabili di progetti e attività di ricerca compilino una scheda di autovalutazione nella quale andranno ad inserire i livelli di rischio avvertiti lungo tre filoni: natura della ricerca (a partire dai 10 settori identificati dalla UE), provenienza di eventuali fondi esterni (pubblici e privati), partnership con enti esterni (pubblici e privati).

L’avvio della fase sperimentale sarà preceduto da una seconda Conferenza nazionale, che coinvolgerà tutti gli enti e le università che vorranno aderire, su base volontaria, per migliorare il loro livello di protezione.

L’obiettivo è di arrivare al 2026 per l’implementazione definitiva del modello, in linea con le esigenze europee e le migliori pratiche internazionali.

L’iniziativa promossa dal Governo, in stretta collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Consulta dei Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca (CoPER), punta a rafforzare l’autonomia e la libertà della ricerca, valorizzando al contempo la cooperazione e competitività internazionale.