Italia News Online ha il piacere di incontrare Luciano Ciocchetti (FdI), un passato di lunga militanza tra le file centriste e una esperienza consolidata nel campo della politica a livello nazionale e amministrativo. Dal 2018, l’ex parlamentare, figura di spicco ai tempi d’oro dell’Udc, ed ex vicepresidente e assessore nel Lazio, ha creduto nel progetto di Fratelli d’Italia, convinto che il partito di Giorgia Meloni rappresenti la continuità dei valori in cui ha sempre creduto.
- In che modo la sua azione politica esprime l’ala più moderata di FdI?
Dall’appello fatto da Giorgia Meloni ad Atreju nel 2018 l’apertura del partito ai moderati è un dato di fatto. Io all’interno di questo progetto che dovrà avere per sbocco la creazione in Italia di un partito dei conservatori, cosa peraltro già presente a livello europeo, sto portando in dote la mia esperienza politica di cui vado orgoglioso e che rivendico. Sono un democristiano nel senso più nobile e vero del termine e la mia attività si è sempre ispirata alla dottrina sociale della chiesa. Sono convinto che destra democratica e centro moderato possono, anzi devono, convivere insieme per offrire una nuova opportunità e un’alternativa al centrosinistra.
- Quali sono i valori che l’hanno spinta a lasciare il centro e a condividere la visione di FdI?
Diciamo subito che io non ho lasciato il centro se lo intendiamo come ideale politico ma sicuramente non credo più in un polo di centro che è cosa ben diversa. Ci ho provato per tanti anni ma poi ho visto che il sistema dei partiti si stava evolvendo verso altre direzioni e a quel punto l’unica cosa da fare era quella di portare la nostra cultura politica all’interno di un partito come Fratelli d’Italia che dal canto suo, per espressa volontà di Giorgia Meloni, stava operando una grande apertura al mondo dei moderati. Apertura confermata dalla scelta di aderire al Partito dei conservatori e riformisti europei.
- Fratelli d’Italia ha la classe dirigente per governare?
Quella che Fratelli d’Italia non abbia una classe dirigente all’altezza di governare è una accusa abbastanza ridicola. All’interno del partito ci sono persone che hanno alle spalle una grande esperienza politica, e Giorgia Meloni ha coinvolto tantissime personalità con le quali collaborare che non vengono dal partito ma che condividono la nostra visione politica. Inoltre stiamo dimostrando in molti territori dove governiamo, ad esempio la Regione Marche, la Regione Abruzzo e con molti sindaci, come la classe dirigente di Fratelli d’Italia sia perfettamente in grado di dare risposte che la sinistra non è stata in grado di dare. La classe dirigente c’è. Siamo pronti!
- Cosa ne pensa di chi accusa il suo partito di sovranismo?
Per me e per Fratelli d’Italia sovranismo significa una politica estera incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della patria, il rispetto degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica, la tutela degli interessi nazionali nella discussione dei dossier legislativi europei, la difesa e la promozione delle radici e identità storiche e culturali classiche e giudaico-cristiane dell’Europa. In questo senso il termine sovranismo lo vedo in un senso assolutamente positivo.
- Secondo alcuni esponenti di centrodestra la sinistra italiana continuerebbe a ricercare lo scontro sul passato piuttosto che confrontarsi sui programmi per il futuro del nostro paese. È plausibile questa vostra posizione di scontro “frontale”?
Una campagna elettorale seria si deve fare sui programmi. Il centrodestra ha presentato un documento unitario fatto di 15 punti ed è su questo che in democrazia si deve fare un confronto. Noi abbiamo un pensiero ben preciso su come vogliamo rilanciare il Paese, su quali sono le priorità e le emergenze da affrontare. Siamo consapevoli che il momento che stiamo attraversando, sia a livello nazionale che internazionale, è difficile. Per questo servono proposte serie e soprattutto concrete, non è il momento dei facili annunci. Che poi ci sia una buona fetta della sinistra italiana che non fa altro che screditare l’avversario ricorrendo al refrain di identificare Fratelli d’Italia come un partito nostalgico e dominato dalle eredità storiche, è la dimostrazione di come coloro che si definiscono democratici in realtà siano incapaci di affrontare un dibattito su idee e contenuti. C’è chi demonizza gli avversari appiccicando etichette ormai fuori dalla storia, e chi fa proposte per cercare di risolvere i tanti problemi che l’Italia si trova davanti. Gli italiani sceglieranno.
- Sui migranti qual è la sua posizione? Giorgia Meloni ripete che non possiamo accoglierli tutti.
Ed è vero. Non è possibile accogliere indiscriminatamente tutti. L’immigrazione irregolare va contrastata e vanno gestiti in maniera più ordinata i flussi legali di immigrazione. I confini nazionali ed europei vanno difesi come richiesto dall’UE con il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani. Allo stesso tempo deve essere favorita l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari.
- Nel suo libro autobiografico “Il giusto sentiero” racconta, con una dialettica vivace, anni di grandi successi e di cocenti delusioni, ma soprattutto il suo impegno per gli altri, che lo ha visto sempre in prima linea nel volontariato sociale e nelle iniziative per la gestione del bene comune. Da questo punto di vista, quale sarà il suo contributo per la cittadinanza dal punto di vista sociale?
Tra i valori fondativi della mia attività politica c’è l’impegno civico e sociale sempre finalizzato alla soluzione concreta dei problemi. Nel corso degli anni ho avuto la fortuna, grazie anche al prezioso sostegno di tanti amici , di ricoprire diversi incarichi a tutti i livelli. Ho cercato di svolgere il ruolo che mi è stato affidato sempre con lo stesso spirito di servizio e di attenzione al bene comune. Non faccio proclami, non ce ne è bisogno. Chi mi conosce sa bene quale potrà essere il mio impegno al servizio dei cittadini e del territorio.