Le ore 15.00 di
Metà luglio 2019.
Centre Court.
Prato verde di Wimbledon, sud ovest di Londra. Gran Bretagna.
Sotto gli occhi del Duca e Duchessa di Cambridge si compie forse la maratona di tennis più bella degli ultimi trenta/quarant’anni dell’era del tennis moderno.
Da questo lato del campo il serbo simpatico, così dicono, quello che conosce un po’ la lingua italiana, Novak “nole” DOKOVIC, ranking Atp numero 1, colui che indossa solo u’ arma, la sua Head al graphene, mapperò…”Pro”.
Capiremo a breve cosa vuol dire …
Di là, sua maestà senior ROGER FEDERER, lo svizzero che prima di oggi ha vinto solo per 102 volte sull’erba di Wimbledon, senza voler dire dei master, grande slam o Roland Garros… fate voi… ce ne è per tutti.
La sua posizione nel ranking degli DEI dell’OLIMPO con racchetta in mano (Wilson prostaff) è la numero 3.
Numero tre al mondo, a “soli” 38 anni.
(Si d’accordo con sei mesi di vacation)
Sul centrale di Wimbledon non ci sono emozioni, non c’è sole fastidioso e non vi è quella solita minaccia di pioggia che la perfida Albione porta sempre con sé sui campi verdi e viola, colori sociali del tempio londinese, lì dove il tennis è nato.
A fare da cornice alla Championship c’è invece quel silenzio rumoroso che ovatta ed il rumore inconfondibile delle precoci mazzate quelle prime palle con le quali lo svizzero ha costruito la sua carriera e che anche stasera saranno il suo ordigno preferito (percentuale 78%). Roger perderà il suo unico turno di servizio nel quinto, infinito, set. E per una volta sola.
Fanno scalpore e rumore anche le risposte velenose del serbo, infide, taglienti mai uguali l’una all’altra, che diseducano i principianti che osano accostarsi a questo sport mentale e che (non) divertono neppure i campioni dall’ altra parte della rete con il nastro bianco.
Si, mentale…
Perché i due guerrieri non aprono bocca neppure per salivare, figurarsi per salutare, prima del fatidico quinto set, ma erano nel finale, e qualcosa dovevano pur dire ai quei 14.979 spettatori molti dei quali inchiodati al seggiolino dalle ore 15.00 alle ore 20.10, mai delusi per lo spettacolo ma certamente arrabbiati per aver dovuto saltare il loro, tradizionale, tè delle cinque.
Si sono consolati con le famose fragole con panna e il loro stucchevole pimms.
Il primo set non va via subito, serve il tiè breack sul 7-6 con un nole cattivo e preciso che chiude 7-5.
Roger ci resta male, davvero male, lui che non è lì per caso, avendo già abbeverato sé stesso e il mondo dalla coppa d’orata per 8 volte.
Decide allora di ritornare subito lì dov’è tutti lo aspettano e di pareggiare i conti con il secondo set. Ci impiega 25 minuti per chiudere con un rapidissimo 6-1.
Potere del servizio e delle prime palle.
Ma lo scherzo del mephisto nole è dietro l’angolo, lo riporta nel suo campo preferito, quel tie-break per lui amico, un ring favorevole fatto di rovesci a doppie mani fulminanti, incrociati e… per la gioia del pubblico efficaci anche sui lungolinea, a scoraggiare l ardore di sua maestà che osava scendere a rete più di qualche volta.
7-4 è il punteggio del secondo tie-break.
Il quarto set dice 6-4 Federer e siamo alla terza ora di gioco per iniziare il quinto fatidico set che quest’ anno qualche mente londinese ha predisposto senza tie-break usuali, di quelli che scattano sul 6 pari, no macché… roba per umani quella… qui si va a oltranza!
E fu così che avanti e vicinissimo alla parola fine, con due match ball dorati, pronti ad incoronarlo per la ‘nona’ di Beethoven, si fa riprendere dal più famoso dei cittadini di Belgrado e si fa condurre per mano in terra nemica fino al dodicesimo gioco pari, per la chiusura trionfale del 13esimo game che gli regala il suo quinto Wimbledon, secondo consecutivo, Siamo nell’anno domini 2019.
7-3 è il punteggio dell’ennesimo schiaffo in faccia a Roger, che di punti ne ha fatti più di lui, 218 contro 213, in questa folle partita durata 4 ore e ’55 dove tutti abbiamo visto 421 punti, giocati, straziati, pensati, studiati da questi due DEI.
Nole, però, ha vinto quelli più importanti, annullando due match-point nel 5° set con Federer al servizio.
Ecco la differenza.
Questa, solo questa!
Due macchine da guerra senza età, sentimenti, emozioni.
Forse.
(…così dicono).
E c’era pure chi era venuto per vedere il doppio femminile…partita finale prevista dagli organizzatori di Wimbledon per le ore 17.30 circa.
Ecco , appunto , circa…