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“Il Festival delle Famiglie”: le storie di Giufà

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In occasione della 1° edizione del “Festival delle Famiglie”, la manifestazione culturale rivolta ai ragazzi, alle famiglie, ai nonni e al mondo dell’AIRL, (la comunità che rappresenta i 20.000 italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970), Italia News Online ha scelto di dare spazio a storie, fiabe, racconti, leggende e film d’animazione che possono rendere felici i bambini in maniera sana ed equilibrata. A dispetto di molti escamotage risolutivi, ma non sempre benefici, per tenerli impegnati, quali passatempo migliori di questi?

Oggi, introduciamo le storie di Giufà, brevi racconti in poche righe che vedono il protagonista, un ragazzo di età adolescenziale, alle prese con oggetti e situazioni bizzarre. Questo rocambolesco personaggio è divenuto nel tempo un eroe popolare nella fantasia di grandi e piccoli, tanto che le sue origini risalgono a molti anni fa.

Origini

Giufà è un personaggio legato alla tradizione siciliana. Si inizia a sentir parlare per la prima volta di lui soltanto nel lontano 1845 in una storia siciliana scritta dal poeta e scultore acese Venerando Gangi e in seguito adattata alla lingua italiana, grazie al grande lavoro svolto dall’etnologo palermitano Giuseppe Pitrè. La storia di Giufà viene in seguito ritrovata anche nell’opera “Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani”, pubblicati nel 1875, all’interno del quale viene trovato il saggio di una grammatica del dialetto e delle parlate siciliane. Non solo. Giufà ha tantissime altre radici: lo si ritrova nel personaggio di Jugale in Calabria, in quella di Variello in Campania ma anche come Gurdulù ne “Il cavaliere inesistente”, di Italo Calvino.

Il personaggio di Giufà

Il protagonista di questa storia siciliana è un bambino un po’ astuto, un po’ saggio, ma anche molto ingenuo, tanto da cader vittima di tranelli e furti dove gli vengono rubate galline e maiali fino ad arrivare ad oggetti di uso comune come le pentole. La scena più simbolica e al contempo metaforica di questo personaggio è legata all’espressione “tirati la porta!” ossia tira la porta alle tue spalle quando esci. In questa occasione Giufà, dopo aver partecipato alla messa, tira davvero la porta a sé, scardinandola per portarla sulle sue spalle dinanzi allo stupore e all’ilarità di chi lo osserva. Un aneddoto questo che scatena il riso delle persone che lo circondano, dettato dall’assurdità dell’azione compiuta dal protagonista.

Giufà tra cultura siciliana, araba e turca

Ma siamo sicuri che l’influenza di questo divertente personaggio nasca unicamente dalla tradizione siciliana? Ebbene, sono molte le supposizioni fatte in base a storie di personaggi simili che ancora vengono tramandate di generazione in generazione in altri paesi. Basti pensare che il Giufà, o Jochà, di cui molto si è parlato in Sicilia è presente nella cultura araba sin dal IX secolo. Grazie alla diffusione orale, le storie di Giufà sono state raccontate anche dalle famiglie ebraiche, dalla Turchia ad Israele e ancora dalla Grecia fino in Marocco. È in Marocco, in particolare, che ancora oggi si sente parlare di Djehà, un personaggio che al contrario della giovane età di Giufà viene raccontato come un uomo di mezza età, con lunghi baffi, un grande naso e una tunica tradizionale nordafricana di origine marocchina, la djellaba. Djehà è un personaggio astuto che spesso critica atteggiamenti di coloro che lo circondano, persino degli amici più stretti. Al suo fianco ha una moglie, anch’essa chiacchierona che però imparerà con il tempo a diventare più saggia. Secondo molti studiosi queste due figure sono legate fra loro, soprattutto per le tante similitudini che l’uno ha con l’altro.

In conclusione, il nostro eroe popolare Giufà è esistito davvero? Secondo la cultura turca probabilmente sì. Il personaggio Giufà potrebbe essere esistito davvero intorno al XII secolo come saggio e filosofo, con il nome di Nasreddin Khoja. Una scoperta curiosa che, senza dubbio, ci spinge a desiderare come le storie di questo simpatico ragazzo Giufà continuino ad essere tramandate di anno in anno per sollecitare fantasia e immaginazione, di piccoli e grandi, in modo sano e divertente.