Si definisce con il termine comfort abitativo la condizione di benessere che viene a crearsi all’interno di un ambiente in funzione di quattro fattori: la temperatura, il grado di umidità dell’aria, l’acustica e la luminosità.
L’ottenimento di valori ottimali di temperatura e umidità ha come risultato, di grande rilevanza, il conseguimento del benessere definito termo-igrometrico; studi scientifici condotti in scuole ed uffici hanno dimostrato un calo di attenzione e di rendimento come conseguenza alla sua mancanza.
Come sopra, anche la performance acustica di un ambiente assume sicuramente un aspetto importante in relazione al comfort abitativo, essere protetti dalle fonti di rumore esterne (traffico, attività industriali …) ed interne (ascensori, impianti idraulici…) all’edificio è sicuramente un punto chiave per fare della propria abitazione un’oasi armoniosa e rilassante.
Non è da trascurare nemmeno l’ultimo fattore citato, ovvero la luminosità; occorre infatti che sia sempre garantita la giusta quantità/assenza di luce sia nelle fasi diurne che in quelle notturne troppo spesso disturbate dall’illuminazione artificiale. Una corretta progettazione deve prestare a tal proposito particolare attenzione all’orientamento della pareti, alla superficie delle finestre e alla disposizione di elementi di oscuramento.
L’uomo e l’ambiente
Innanzitutto prima di parlare più approfonditamente del comfort termico è bene specificare che per la sua determinazione intervengono sia fattori personali che fattori ambientali. La percezione di benessere che ciascun essere umano prova in un ambiente chiuso sarà il frutto di una relazione tra parametri oggettivi e parametri soggettivi, e dipenderà non solo dalla temperatura dell’aria o dal livello di umidità, ma anche dalla costituzione fisica di ciascuno, dal sesso, dall’età, dall’attività fisica svolta, dal livello di adattabilità personale e così via.
È quindi chiaro che la percezione di benessere non sarà mai uguale per tutti, ma varierà a seconda delle condizioni specifiche di ciascun essere umano. Per questo motivo, quando si parla di comfort termico di un edificio (o, in generale, di un ambiente chiuso) ci si riferisce a quelle condizioni climatiche e ambientali che, in relazione all’attività principale svolta all’interno dell’edificio, provocano sensazioni di benessere nella gran parte delle persone. Sono considerate accettabili quelle condizioni che soddisfano almeno l’80% della popolazione. Avendo ben chiara questa premessa, passiamo ora a spiegare quali sono i fattori che contribuiscono alla determinazione del comfort termico.
Basta il comfort termico per determinare il benessere abitativo?
La risposta è ovviamente negativa. Le condizioni di benessere di un individuo all’interno di un edificio (un’abitazione, ma anche un ufficio, una palestra, una fabbrica, una scuola e così via), dipendono non solo dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, ma anche da fattori quali la salubrità degli ambienti, la presenza o meno di fumi o sostanze inquinanti, la tipologia di illuminazione naturale o artificiale, nonché la presenza o meno di rumori molesti. In generale buoni livelli di comfort termico, comfort acustico e comfort luminoso, uniti alla presenza di ambienti salubri e non inquinati, costituiscono ciò che si definisce “comfort ambientale“.
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