In un’era in cui gran parte dei giovani emigrano fuori dall’Italia in cerca di un futuro migliore e di una soddisfazione lavorativa ed economica maggiore, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), ha promosso una consultazione pubblica per dare voce ai giovani, con l’intento di raccogliere paure, ansie, aspettative, proposte sull’Europa e effetti della pandemia che ogni giovane ha inevitabilmente elaborato a proprio modo con il fine di comunicarle al Parlamento e al nuovo Governo per dare inizio a politiche europee oculate.
“L’obiettivo è rimettere al centro dell’agenda politica il mondo giovanile con le sue evidenze ed esigenze. Non si tratta di aprire all’ agenda Giovani magari in contrapposizione all’ agenda Silver ma di occuparsi realmente delle prospettive economiche e sociali future dell’Italia: questo coinciderà necessariamente con politiche che andranno a vantaggio dei giovani. – Afferma il Consigliere CNEL e Coordinatore Commissione Politiche UE e Internazionali, Gian Paolo Gualaccini. – Questa consultazione sviluppata su una piattaforma interattiva e attraverso i social network è anche un’ulteriore passo avanti nella prospettiva di coinvolgere i giovani, magari in maniera permanente, nelle attività del CNEL, soprattutto sui temi dell’economia e del lavoro”.
È indubbio che, soprattutto in questa fase di incertezza politica, risultano essere assenti sia reali politiche di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, che quelle di sostegno di conciliazione vita e lavoro e, pertanto, chi ne subisce i danni si trasferisca in altre paesi. Sono, infatti, gli ultimi dati Istat a parlare chiaro. Purtroppo si registra un costante e preoccupante calo del numero di giovani in Italia. La fascia d’età tra i 18 e i 35 anni nel decennio 2012-2022 ha perso 1,3 milioni di persone e quella tra i 60 e gli 80 anni ne ha, invece, guadagnato 1 milione. Sempre guardando i dati scopriamo che i giovani hanno tassi di occupazione nella fascia 25-34 anni di 10 punti inferiore rispetto a quella 35-49 anni e stipendi molto più bassi rispetto ai loro genitori e ai nonni.
A fronte di questa situazione il CNEL ha aperto una consultazione pubblica il cui slogan è “L’Europa pensa ai giovani”? per dare voce ai giovani, come una grande campagna di ascolto utile a costruire nuove politiche europee. Il progetto si rivolge ai giovani dai 14 ai 35 anni e abbraccia quindi ragazzi e studenti della scuola secondaria di secondo grado, ragazzi e ragazze della cosiddetta Generazione Z., ma anche universitari e specializzandi, in gran parte ascrivibili alla generazione dei Millennial. Si tratta di ragazzi cresciuti a cavallo tra l’era analogica e quella digitale, e quindi definibili come nativi (o pionieri) digitali.
Per partecipare alla consultazione pubblica basterà aprire la piattaforma interattiva www.generazioneeu.cnel.it e i principali social network.
L’iniziativa è varata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, il Ministero dell’Università e Ricerca, il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, il Dipartimento per gli Affari europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Consiglio Nazionale dei Giovani e Rai per la sostenibilità.