La presenza di un pallone attirerà sempre l’attenzione in un modo quasi irresistibile. Una certezza che in molti hanno acquisito da piccoli e si sono portati dietro nella vita adulta, la rappresentazione della spensieratezza infantile del gioco portata fino ai livelli più alti. Un metafora del passaggio delle squadre da associazioni ludiche a società di capitali. Sarà perché dall’attenzione sui costi di gestione insostenibili, coi conseguenti gravi indebitamenti societari o persino il fallimento, in altri modi resistendo a recessioni e pandemie, è se si vuole l’allegoria della vita. E sarà perché nel calcio, come nella vita, attaccare è il modo migliore per difendere la propria porta (cit. Roberto Carlos).
L’importanza del settore calcio appare senza dubbio incontrovertibile, certamente in ragione del giro d’affari prodotto, dal relativo indotto ma anche di tutte le esternalità che produce, talvolta tangibili altre intangibili, nei confronti della platea degli stakeholder. La rilevanza e l’enorme impatto del fenomeno, strumentale oramai a numerosi altri business, ha condotto le federazioni sportive ed il mondo scientifico ed accademico ad approfondire la necessità di una – adeguatamente strutturata – rendicontazione contabile ed a porre attenzione sulle politiche contabili e sull’informativa di bilancio delle società sportive, per effetto della cronica incapacità di creare ricchezza ovvero della sensibilità e della dinamicità dei noti concetti di equilibrio economico, finanziario e patrimoniali di impresa, nozioni fondamentali, queste, che nelle dinamiche competitive, in connubio con la sostenibilità, costituiscono per il sistema – impresa, quale che sia, anelito della sopravvivenza.
Lo Scopo della presente rubrica, con cadenza settimanale è indagare circa le caratteristiche che il Bilancio di esercizio e le tradizionali tecniche di analisi delle performance economico – finanziarie di impresa assumono nel settore calcistico, con precipuo riferimento alla società di calcio professionistiche.