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venerdì, Novembre 22, 2024
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Eppur si muovono… a idrogeno!

Nikola Corporation, IVECO e OGE uniscono le forze per creare una rete di rifornimento di idrogeno in Germania per veicoli pesanti.

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Anche i grandi camion possono andare a idrogeno?

Questa è la prima riflessione che ci sovviene quando pensiamo a quei bestioni che spesso ci intasano gli specchietti retrovisori tanto sono mastodontici in strada, e che a ogni loro sorpasso lasciano mefitica Co2 in abbondanza.

Ecco perché diciamo che è succulenta e ambientalissima la collaborazione in vista tra tre big dei camion o tir o grandi trasporti, come meglio volete dire.

Nikola, la Iveco del gruppo CNHI e OGE stanno accelerando per implementare le infrastrutture per andare a…idrogeno!

Sostituendo quindi le relative soluzioni di rifornimento green, oltre che tutti i discorsi collegati all’impatto sull’ambiente.

“Economicamente sostenibile” è la parola che ci viene in mente parlando di soluzioni come questa che utilizzeranno l’idrogeno, dalla produzione ai siti di stoccaggio.  

Il primo Paese in cui si inizia è la Germania, neanche a dirlo… terra di primi della classe.

Chi sono Nikola Corporation, IVECO e OGE

Vediamo chi sono queste illuminate case di produzione dei maxi veicoli: OGE è uno dei principali gestori di sistemi di trasmissione in Europa. Con una rete di gasdotti di circa 12.000 chilometri, l’azienda trasporta gas in tutta la Germania. Grazie alla sua posizione geografica, OGE collega i flussi di gas nel mercato interno europeo e mette la sua rete a disposizione di tutti gli attori del mercato in modo non discriminatorio e trasparente e in linea con le esigenze del mercato. 

Nikola guiderà l’installazione di punti di rifornimento di idrogeno per tutti gli OEM (original equipment manufacturers) – FCEV (Fuel Cell Electric Vehicles) in posizioni chiave supportati dai sistemi di fornitura di idrogeno di OGE.

Il piano rientra in un disegno strategico ben più ampio progettato a livello europeo. L’Europa, infatti, potrebbe riservare 40.000 chilometri di gasdotti al trasporto dell’idrogeno entro il 2040 una volta che la produzione e le importazioni del combustibile alternativo decolleranno, secondo gli operatori dei sistemi di trasmissione.

Il potenziale scenario di base per lo sviluppo dell’idrogeno europeo prevede che gli elementi delle strategie del 2020 per l’idrogeno “verde” a livello comunitario e dei singoli stati membri dell’Unione Europea possano combinarsi efficacemente sulla via della de-carbonizzazione, in primis.

L’obiettivo è anche tirato per la giacchetta dai politici tedeschi. Quei parlamentari europei che vogliono fortemente che si produca, trasporti e commercializzi idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili attraverso l’elettrolisi al posto dell’idrogeno “grigio” prodotto dal gas.

Il secondo obiettivo collegato è quello di sostituire i prodotti petroliferi utilizzati nelle industrie manifatturiere, nel riscaldamento e nei trasporti.

I tipi di idrogeno

L’idrogeno si sta confermando uno dei nuovi vettori energetici più importanti per un futuro realmente sostenibile, in cui si ridurranno le emissioni di gas serra. La maggior parte dell’idrogeno prodotto nel mondo si genera con processi industriali. In alternativa è ottenuto come sottoprodotto della raffinazione del petrolio e dalle lavorazioni dell’industria chimica. 

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Tutte le molecole di idrogeno sono uguali fra loro ma ciascuna ha un impatto diverso sull’ambiente: per questo assumono colori diversi: grigio, blu, verde.

Ecco le differenze:

L’idrogeno grigio è prodotto utilizzando fonti fossili, per esempio il gas naturale. Purtroppo, il 95% del’idrogeno prodotto nel mondo è di colore grigio.

L’idrogeno blu deriva dal gas naturale, ma l’impianto di produzione è accoppiato con un sistema di cattura e stoccaggio permanente della CO2, prodotta nel processo. In questo modo, si può generare idrogeno, senza emissioni dannose per il clima. 

Il Verde viene generato sfruttando l’elettricità prodotta da impianti ad energia solare, eolica o altre fonti rinnovabili. L’elettricità prodotta in eccesso che non viene utilizzata alimenta celle elettrolitiche che producono idrogeno ed ossigeno a partire dall’acqua. In questo modo non emette CO2. 

Vedremo sempre e per molto tempo bestioni verdi per le strade che continueranno a spaventarci con la loro mole; la consolazione, intanto, è che non saranno più devastanti come prima, lato inquinamento e impatto ambientale.

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