D. Crescere insieme, il business meeting ideato dall’Ascoli Calcio, nel mese di febbraio, sbarcherà a Roma: perché come trampolino di lancio avete scelto proprio la Capitale?
L’idea di realizzare un format nazionale viene dalla necessità di aggregare aziende leader del nostro paese e riteniamo roma – in quanto città eterna e regina del mondo istituzionale – il luogo migliore per presentare la nostra organizzazione.
L’Ascoli calcio deve essere un modello di club internazionale, innovativo, ben strutturato e con obiettivi ambiziosi perché rappresenta l’asset sportivo del primo gruppo italiano del fai da te, il gruppo bricofer.
Presenteremo quindi il nostro progetto sportivo e la nostra struttura organizzativa, i nostri obbiettivi e i traguardi che vogliamo raggiungere insieme ai nostri partner, illustrando nello specifico come intendiamo camminare insieme.
Vogliamo tornare in serie A.
D. Calcio, cultura, turismo, economia: l’Ascoli Calcio e’ il volano perfetto per promuovere il meraviglioso territorio marchigiano?
Le Marche vantano una tradizione prestigiosa nel mondo dell’imprenditoria manifatturiera e sono il centro di un’Italia che vuole uscire dagli schemi di provincia ed esportare brand vincenti. Uno su tutti, la Tod’s di Diego Della Valle che ha spopolato negli ultimi 20 anni.
Non dimentichiamoci le famose olive all’ascolana, eccellenza culinaria riconosciuta in tutto il mondo e il mitico Tonino Carino, giornalista che ha rappresentato la simpatia e professionalità dell’inviato della mitica trasmissione Rai “ novantesimo minuto”.
D.Di recente il patron bianco nero Massimo Pulcinelli l’ha nominata Responsabile delle Partnership dell’Ascoli Calcio. Quale è il modo migliore e più efficace per valorizzare un brand?
Per essere precisi non ho ricevuto nessuna nomina. Il lavoro che sto facendo viene da una storica amicizia che mi lega a Massimo Pulcinelli che mi ha trasmesso la sua passione per l’Ascoli calcio e mi ha incoraggiato a stargli vicino in questa avventura. E come potevo dirgli di no? Per le nomine c’è tempo, l’importante è raggiungere dei risultati importanti e poi meritare il ruolo adeguato ai traguardi ottenuti e allo standing personale.
Prima voglio portare valore alla società sia nella parte sportiva che quella manageriale e poi parleremo del resto.
Sono già venuti con noi alcuni miei partner storici tra cui l’azienda vinicola Ciu’ ciu’, il gruppo napoletano Innovatessile di Umberto Cristiano con il brand Braddock, l’executive manager di Banca Generali Massimo Castracane, il fondo Kentsugi e tanti altri protagonisti della business community che presenteremo l’11 febbraio.
Ho invitato i vertici delle istituzioni del calcio internazionale , avremo una piccola rappresentazione della mostra “ un secolo d’azzurro” con la coppa del mondo del 2006 che poi porteremo ad Ascoli molto presto come avevo promesso in precedenza.
D. Il mondo dei social. Ormai dilagante ed insostituibile, è una via di successo obbligata anche per il Calcio?
Il calcio come lo sport in generale rappresenta un volano incredibile per le aziende che vogliono veicolare il proprio brand attraverso questo mercato.
Se lo sport pesa il 2,5% del PIL del paese, evidentemente c’è un giro d’affari significativo che porta sviluppo e crescita. Il digital marketing è la forma migliore per le campagne pubblicitarie del presente e del futuro.
D.Sappiamo che è tifoso del Milan. A quasi 39 anni è appena sbarcato in Italia Zlatan Ibrahimovic. Operazione di marketing o il campione svedese può fare ancora la differenza?
Non è solo marketing. Zlatan sarà il leader di una squadra che non ha un’identità, sarà la guida in campo e fuori. Non conta solamente il rendimento sportivo ma ogni team necessità di una figura carismatica che riesca a trascinare i compagni. Lui in questo è n 1. Un grande professionista, un atleta esemplare con un atteggiamento incredibile. Zlatan è un vincente nato.