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domenica, Settembre 8, 2024
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Controlli sulle attività economiche, via libera definitivo a d.lgs che li semplifica

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Via libera definitivo dal Consiglio dei ministri allo schema di decreto legislativo che, in attuazione della legge annuale per la concorrenza, razionalizza i controlli sulle attività economiche.

Il provvedimento del ministro per la Pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo – di concerto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, senatore Adolfo Urso, e con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti – introduce un nuovo approccio nei rapporti tra autorità e imprese.

“Dalla logica sanzionatoria si passa alla prevenzione degli illeciti sulla base di una fiducia reciproca che incentiva i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità – afferma il Ministro Zangrillo – Un vero e proprio cambio di paradigma, che non aumenta né riduce i controlli, ma li ottimizza, rendendoli più efficaci grazie a un migliore utilizzo delle risorse a disposizione delle amministrazioni”.

“Finalmente il nostro Paese si dota di un nuovo sistema di controlli sulle attività economiche, più razionali ed efficaci, che avvia un nuovo approccio collaborativo tra la pubblica amministrazione e il tessuto produttivo – ha dichiarato il Ministro Urso – Una riforma sfidante e innovativa, attesa da oltre dieci anni. Il governo è dalla parte di chi produce, al fianco delle imprese. La nostra visione è quella dello Stato alleato delle aziende, non dello Stato vessatorio”.

Dopo un primo passaggio nel giugno 2023 in Consiglio dei ministri, che lo ha poi approvato in via preliminare lo scorso dicembre, il d.lgs. ha ottenuto il parere del Garante per la protezione dei dati personali, l’intesa della Conferenza unificata, il parere del Consiglio di Stato nonché delle Commissioni competenti di Camera e Senato.

Molte le novità previste da una riforma che il sistema produttivo del Paese attendeva da anni. Il principio è quello del “controllo collaborativo” che deve guidare le imprese nello svolgimento corretto delle proprie attività più che produrre sanzioni per chi non è in regola. Per questo motivo viene stabilita l’impossibilità di procedere in contemporanea a ispezioni diverse sullo stesso operatore, la limitazione delle ipotesi di accessi a sorpresa e la valorizzazione del contraddittorio anche nell’eventuale fase sanzionatoria.

Per la prima volta la Pubblica amministrazione razionalizza i controlli con una particolare attenzione agli ambiti in cui il rischio è più alto. Viene introdotto un vero e proprio sistema di identificazione del rischio, cui consegue il rilascio di un bollino certificativo di c.d. “basso rischio”, con il diritto per l’impresa di essere sottoposta a controlli con un intervallo non inferiore a un anno.

Per eliminare le duplicazioni e le sovrapposizioni, le amministrazioni dovranno censire tutti i controlli previsti a legislazione vigente. Il quadro di sintesi sarà elaborato dal Dipartimento della Funzione pubblica, così da individuare i controlli che possono essere eliminati, sospesi per un certo periodo, programmati periodicamente o rafforzati. Lo strumento operativo, in tal senso, è il fascicolo informatico d’impresa, che conterrà tutte le informazioni volte a garantire la non ripetizione dei controlli.

Lo schema di d.lgs. prevede inoltre un periodo di ‘franchigia’ per chi ha superato positivamente un controllo, con il rafforzamento del rapporto di fiducia reciproca tra Istituzioni e attività economiche che svolgono la loro attività nel rispetto delle norme, salve ovviamente le attività conseguenti a indagini giudiziarie o a qualificate segnalazioni di terzi e per i controlli in materia di sicurezza sul lavoro.

Per valorizzare la collaborazione e il dialogo tra amministrazioni e imprese viene infine introdotta, per alcune fattispecie meno gravi e di carattere formale, una sorta di “diritto all’errore scusabile”: si tratta dell’obbligo della previa diffida, così da consentire agli imprenditori in buona fede di sanare le proprie posizioni, con riferimento a infrazioni che non recano danno all’interesse pubblico, e tornare al pieno rispetto delle regole senza incorrere in sanzioni che saranno invece aggravate se la diffida non verrà ottemperata dall’operatore.

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