Oggi molti si stanno avvicinando all’alimentazione vegetariana con motivazioni diverse. Ciò è avvenuto in particolare in seguito all’allarme suscitato dal morbo della ‘mucca pazza’(BSE) con diminuzione notevole dei consumi di carne. Tuttavia già da tempo vi erano stati altri motivi di preoccupazione per varie forme di inquinamento dovute all’uso di svariate sostanze chimiche nell’allevamento animale, alla manipolazione genetica, ecc…
Come spiega molto bene l’economista americano Jeremy Rifkin, autore di saggi di successo sul lavoro, le biotecnologie, internet, nel suo ultimo libro “Ecocidio”- ascesa e caduta della cultura della carne (ed. Mondadori) si assiste alla crisi del mondo occidentale e della sua cultura predatoria che tra l’altro provoca enormi sprechi di cereali, usati nell’alimentazione animale e inoltre problemi alimentari di obesità, malattie cardiocircolatorie, tumori, etc. tra la gente, trascurando che gran parte della popolazione mondiale soffre la fame o comunque non può nutrirsi a sufficienza, con i problemi sociali e culturali che questa disattenzione comporta, come tutti vediamo in questi giorni drammatici sotto forma di vendetta, invidia, odio, verso l’occidente (che si definisce cristiano…), di cui sono colpiti i simboli del potere.
Tuttavia non è sufficiente sapere questo per diventare vegetariani da un giorno all’altro!
Come psicologo vegetariano e studioso delle funzioni del cervello vorrei dare un contributo a chi volesse avvicinarsi a questo cambiamento di alimentazione e di stile di vita. Anzitutto lo si dovrebbe fare per proprie motivazioni e dopo una presa di coscienza di questi problemi, nonché della sofferenza degli animali, che spesso è poco conosciuta e considerata dai consumatori in quanto poco si sa dell’allevamento, del trasporto, della macellazione, delle sperimentazioni a cui gli animali sono sottoposti e che se visti direttamente farebbero rabbrividire molti di noi. Dovremmo quindi prendere coscienza più profondamente di tutto questo per trovare la motivazione giusta che non sia solo dovuta alla paura o al dubbio, chi ha dei dubbi dovrebbe chiedersi allora: “è giusto mangiare carne e pesce? e inoltre: “sono veramente alimenti così essenziali e benefici come si sente dire da molti medici?”
Non datevi risposte veloci ma lasciate solo agire queste domande su di voi, ciò provoca la ricerca di risposte giuste nel cervello.
Infatti da recenti studi sugli emisferi destro e sinistro del cervello (Trimarchi, 82) si viene a conoscenza che l’emisfero sinistro è veloce e schematico nella risposta in quanto deve servire a reagire a situazioni di necessità pratica e di pericolo, viceversa l’emisfero destro è più lento, ma percepisce obiettivamente e precisamente la realtà e cerca sempre soluzioni più creative e flessibili alle situazioni che ci troviamo davanti che sono sempre diverse una dall’altra.
La sofferenza se forte non trova risposte nell’emisfero sinistro, che è veloce ma rigido e che attinge a schemi memorizzati in passato e li difende. Ciò permette di dare spesso più spazio all’emisfero destro che non ha sviluppato il linguaggio verbale come il sinistro ma dà il suo apporto con la riflessione, l’intuizione, le immagini, le sensazioni, le emozioni, i sogni, che avvengono con tempi più lunghi e con calma e precedono le risposte più originali e profonde.
Ora chi sente giusto lasciare la carne e il pesce dovrebbe prendere questo come un obiettivo da raggiungere con gradualità in quanto a seconda di quanto tempo e con quanta frequenza e piacere è stata assunta la carne dall’organismo ci si abituati e non si dovrebbe abbandonare tutto in una volta per non avere problemi di salute dovuti a difficoltà di assorbire le sostanze di chi si ha bisogno da altri alimenti o anche problemi psicologici per staccarsi dai sapori abituali reprimendo i desideri.
Importante è la decisione libera da pressioni altrui poiché questa potrebbe provocare un rigetto e un ritorno sui propri passi non essendo profonda e meditata. La decisione e i programmi avvengono nei lobi frontali del cervello che sono liberi dai condizionamenti, cioè piaceri o dispiaceri legati a certe situazioni o stimoli a causa delle esperienze fatte in passato che tendono a ripetersi automaticamente se non frenati dalla volontà cosciente e determinata, con la giusta motivazione e con obiettivi utili.
La valutazione della realtà oggettiva in base a informazioni fisiologiche e scientifiche permette di prendere queste decisioni e ripeterle nuovamente superando i vecchi programmi nel cervello e sostituendoli con quelli nuovi riconosciuti come giusti e utili. Non si agisce così né per imitazione di modelli né per opposizione a questi, ma attraverso la valutazione e la decisione cosciente e poi la sperimentazione su di sé che dà la riprova di come ci si sente e di ciò che è bene per noi.
Tempi fisiologici di disintossicazione
Il rispetto dei tempi fisiologici di disintossicazione, abituazione e decondizionamento dell’organismo permette pure di evitare il ‘fanatismo alimentare’, nonché il giudizio verso chi la mangia ancora con piacere, sviluppando altresì comprensione avendo impiegato tempo e impegno per riuscire a superare le vecchie abitudini. Ciò inoltre previene disturbi psicosomatici dovuti alla repressione che possono andare dall’ansia con eventuali manifestazioni somatiche, al dimagrimento, ai desideri compensatori di altre cose, al nervosismo, ecc. fino a carenze di minerali, vitamine, etc. sostanze necessarie anche al sistema nervoso. Vanno acquisite quindi prima informazioni di base sulla fisiologia e l’alimentazione vegetariana anche minime per poter fare il passaggio senza troppi intellettualismi ma neppure troppa superficialità o tendenza a seguire le mode. Partendo da ciò che riconosciamo già vero e approfondendo ciò che ci incuriosisce e che ci manca per non commettere errori. Vi sono infatti specifiche indicazioni per chi cambia dieta per evitare carenze e dare all’organismo l’aiuto necessario.
In base all’integrazione tra studi antropologici su tutti i popoli e neurofisiologici sulle funzioni superiori del cervello risulta che l’Io cosciente della persona si sviluppa nella presa di coscienza di ciò che è giusto e utile e si basa su valori universali presenti in tutti gli uomini di qualunque religione o idea politica o filosofica siano: libertà, amore e rispetto del valore della vita in sé e della dignità di ogni essere vivente, senso di giustizia, ricerca di equilibrio con le leggi naturali.
Il risultato positivo del tentativo di diventare vegetariani in modo stabile
Si ottiene se si hanno pazienza, perseveranza e conoscenze adeguate, ma anche con l’aiuto di chi ha già fatto il percorso o lo sta facendo e i tempi e i modi variano da persona a persona.
Aggiornamento statistica 2004 e note:
“Neppure l’alimentazione vegetariana di tipo “vegano” (che esclude anche i prodotti derivati dal latte e uova) produce carenze accertate per quanto riguarda proteine e sali minerali essenziali. Le diete vegetariane in genere sono poi assolutamente complete, sia per quanto riguarda gli amminoacidi essenziali (assicurati dalla presenza di cereali e legumi, dei formaggi e delle uova), sia per minerali e vitamine”. Così si è espresso nel marzo del ’98, quindi in tempi non sospetti, Giuseppe Rotilio, allora presidente dell’Istituto Nazionale di Nutrizione, a proposito di dieta vegetariana.
Le persone che seguono un’alimentazione vegetariana sono oggi a dispetto dell’opinione generale, tante: 6 milioni in Italia.
fonte Nielsen AC, 2004.