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venerdì, Novembre 22, 2024
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Brunetta: regole più rigide per riaprire il Paese

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Durante la trasmissione di Porta a Porta su Rai 1, andata in onda nella puntata del 17 novembre, il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha ribadito come il Green Pass sia stato una strategia vincente per consentire il ritorno alla normalità, ma non esclude un maggior rigore.

In pochi mesi abbiamo ridato centralità al capitale umano della Pubblica amministrazione e cambiato le regole dei concorsi. Sono tutti digitali. Non ci sono più gli imbrogli. E durano 100 giorni, anzi: 86 giorni di media. Si fanno digitalmente, con procedure semplificate“. 

Il ministro ha stimato che “In cinque anni per il Pnrr serviranno circa un milione di persone, con contratto a termine come ha deciso l’Europa. Per le figure che saranno ritenute indispensabili – come chi controlla, gli ingegneri, gli informatici – ci sarà una corsia preferenziale nei concorsi per restare nella Pubblica amministrazione e gestire il dopo Recovery”. 

Riguardo alla ripresa della pandemia e alle ipotesi di rivedere le regole per il green pass, sollecitate da alcune Regioni, il ministro ha spiegato: “Il Governo ha adottato una strategia drastica e responsabile, applicando il green pass dal 15 ottobre a tutto il mondo del lavoro, a 23-24 milioni di lavoratori. Siamo stati anche fortemente criticati. Però avevamo ragione, abbiamo ottenuto grandi risultati. Il green pass è stato un elemento di successo, perché è stata la più grande operazione di politica economica del Governo Draghi. Se serve, bisogna essere più drastici ancora per aprire, non per chiudere. Il Governo continua sulla linea del rigore, aperto a trovare ulteriori forme di responsabilità e ai suggerimenti delle Regioni.

Noi siamo dentro la filosofia del green pass. Se serve per aprire, non per chiudere, la rafforziamo ulteriormente.” Secondo il ministro per minimizzare il rischio contagi nei luoghi lavorativi, basterebbe l’estensione del “green pass ai fruitori dei servizi pubblici e dei supermercati”, ricordando di aver già proposto la vaccinazione obbligatoria per il personale operante negli uffici preposti alle relazioni con il pubblico, e per i cittadini che approcciano gli sportelli di assistenza. 

Alla domanda del conduttore Bruno Vespa se la Pa sia «irriformabile», Brunetta ha risposto: “Tutto è riformabile, basta volerlo fare! I dipendenti pubblici esistono per fornire servizi alle famiglie, alle imprese, alla società, alle cassiere dei supermercati. Lo smart working per tutti i dipendenti pubblici era stata una misura emergenziale. Impossibile pensare che quel metodo dovesse durare nel tempo. Ho fatto rientrare i dipendenti pubblici in presenza, ma sono il primo a dire che lo smart working si potrà fare se servirà a migliorare l’efficienza, la produttività, la customer satisfaction”. 

Forte rimane il “bisogno di stabilità e di credibilità” ha dichiarato il ministro. L’Italia “ha bisogno di mantenere questo tasso di crescita oltre il 6%.  Non era mai successo. Stiamo crescendo il doppio della Germania, abbiamo più vaccinazioni, abbiamo sofferto all’inizio, l’abbiamo pagata cara, abbiamo imparato la lezione. Col Governo Draghi l’Italia sta facendo un buon lavoro. Io faccio parte di questo Governo, ne sono onorato, e vorrei che questa esperienza continuasse certamente fino al 2023, e anche oltre. Abbiamo bisogno di altri cinque anni dopo il 2023. Arrivare al 2028 per concludere il Pnrr, cominciare a restituire i soldi e cambiare questo Paese con le riforme. C’è la possibilità di farlo”, ha concluso il ministro per la Pa.

Credits immagine: Unsplash

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