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giovedì, Novembre 21, 2024
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Bioedilizia: Le Persone Al Centro Del Design

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Con il termine bioedilizia o bioarchitettura si indica la modalità di progettare, costruire e gestire un edificio in modo da essere in linea con i principi della sostenibilità ambientale, riducendo gli impatti negativi sull’ambiente.

Ma studia anche il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente in cui sviluppa la sua vita da un punto di vista globale. Promuove una visione complessa dell’habitat che unifica criteri di ecologia, medicina, biologia, sociologia, chimica, fisica, geologia, psicologia, botanica ed economia.

La bioedilizia pone l’individuo al centro della proiezione architettonica, considerando i suoi bisogni primari di salute, dignità e benessere fisico, mentale, spirituale e sociale, al di là delle esigenze tecnico-fisiche. Il suo obiettivo è creare spazi che valorizzino e nobilitino la vita dell’essere umano.

L’utilizzo di materiali naturali unito ad un uso intelligente ed efficiente delle strutture, così come promosso da Distretti Ecologici, ci permettono di ottimizzare la nostra qualità della vita. Vediamo come.

Qualità e ventilazione dell’ambiente interno

All’interno della bioedilizia, uno dei suoi fattori più importanti è il CAI (Interior Environment Quality). Per ottenere una sensazione di comfort e benessere, non solo la temperatura e l’umidità devono essere regolate, ma anche la composizione dell’aria deve essere corretta.

Una casa sana deve essere in grado di dissipare la concentrazione di CO2 che si genera all’interno degli spazi, oltre a garantire un apporto ottimale di ossigeno. Anche la ionizzazione dell’aria gioca un ruolo importante per il nostro comfort e salute, poiché grandi cariche elettriche possono accumularsi in spazi ermetici con materiali sintetici in eccesso.

La ventilazione è la grande alleata, soprattutto se eseguita con la frequenza e la durata adeguate in modo da consentire il rinnovo dell’aria interna senza incorrere in dispersioni di energia. Una buona ventilazione bilancia il grado di umidità e l’elettroclima con l’esterno, oltre a garantire l’apporto di ossigeno, la rigenerazione dell’aria viziata interna.

La ventilazione deve essere indipendente dall’aria condizionata. Per ridurre al minimo i carichi energetici nella climatizzazione, vengono prima applicati criteri bioclimatici passivi, quindi ricercando la soluzione costruttiva più adeguata alle condizioni ambientali. Una volta ottimizzate le risorse passive, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica vengono integrate.

Materiali da costruzione sani

È altrettanto importante decidere come verrà costruita una casa o un edificio quanto con cosa sarà fatto. In particolare bisogna prestare molta attenzione nella scelta dei materiali per le finiture superficiali delle pareti interne, poiché sono quelli con cui si è in contatto permanente e possono aiutare (o meno) ad ottenere un buon CAI.

La scelta dei materiali e delle finiture deve prestare attenzione alla loro composizione chimica, ricercando quelle più naturali. Pitture, vernici, colle, plastificati… possono emanare parte della loro composizione chimica. A piccole concentrazioni, queste particelle sono solitamente innocue, ma essendo circondate da materiali sintetici al 100% il 90% del tempo trascorso in spazi chiusi (e spesso non sufficientemente ventilati), questo fattore può iniziare ad essere determinante nel determinare effetti sulla salute.

Ci sono anche vernici e pitture sul mercato realizzate con componenti al 100% privi di sostanze tossiche, il che si traduce in un notevole miglioramento della qualità dell’aria interna. Limitando le tossine che entrano negli spazi, si limitano quelle che possono finire all’interno dei nostri organismi.

Strutture biocompatibili

Negli edifici odierni, troviamo spesso anche campi elettrici e magnetici a bassa frequenza in eccesso e/o campi elettromagnetici ad alta frequenza derivati ​​da impianti e dispositivi elettrici e di telecomunicazione. In natura queste cariche elettriche sono molto basse o inesistenti. Esistono diversi studi scientifici che indagano e mettono in relazione lo stato di salute delle persone con l’incidenza di questi campi. Non si tratta di vedere la tecnologia come un nemico, ma proprio il contrario; conoscerne le virtù e goderne senza intaccare la salute.

Il fatto che ci siano sempre più persone che sviluppano elettrosensibilità o intolleranza ai campi elettrici e magnetici, e che in altri paesi i valori limite di questi fattori siano molto più restrittivi che nel nostro, dovrebbe farci riflettere su come interagiamo con loro e cercare soluzioni che minimizzino il più possibile i livelli di emissione.

Gli impianti elettrici biocompatibili impediscono la generazione e la proliferazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici all’interno degli edifici. Un aspetto fondamentale è la garanzia di un collegamento a terra a bassa resistenza (inferiore a 10Ω), il cui valore deve essere verificato periodicamente per garantirne il corretto funzionamento. Se nell’edificio è presente una stazione di trasformazione, è necessario verificare che non emetta un campo magnetico in eccesso.

Altri consigli sono allontanare i trasformatori dei dispositivi elettronici da zone ad alta permanenza (soprattutto dal letto), distribuire i percorsi in modo che i cavi elettrici non passino vicino ad essi o proiettare gli impianti con cavo schermato o tubo esometallico. Anche l’uso delle tecnologie wireless, siano esse Wi-Fi, Bluetooth o telefoni cordless, dovrebbe essere limitato il più possibile. Questo perché i dispositivi wireless emettono con una frequenza d’onda molto simile a quella di alcuni dei nostri sistemi biologici.

Illuminazione cronobiologica

Dal punto di vista dell’illuminazione, non viene preso in considerazione solo il consumo delle lampadine, ma anche la qualità della luce che forniscono. Gli spazi in cui le persone lavorano, studiano o richiedono un’elevata concentrazione devono essere dotati di condizioni di illuminazione adeguate affinché il corpo rimanga sveglio e segua naturalmente i cicli circadiani.

La caratteristica che gli apparecchi devono possedere è quella di garantire un indice di resa cromatica superiore al 90%, una temperatura di colore adeguata all’ora del giorno (toni più freddi durante il giorno e toni più caldi e meno intensi dopo il tramonto). Inoltre, dovrebbero essere evitate le lampadine che generano sfarfallio ed emettono ad alta frequenza. Una buona alternativa per il controllo della luce sono i sistemi domotici, che consentono la regolazione individuale dell’intensità della luce e del colore.

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