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A Roma il primo museo del calcio

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Ci sono luoghi magici. Lo sono magici perché passato, presente e futuro‎ si incontrano, si fondono, e poi camminano insieme.

In quei momenti bisogna stare in silenzio.

A parlare è la Storia.

E fidatevi è una storia bellissima:
Glasgow, 30 novembre 1872, Festa di S.Andrea, patrono di Scozia.
West of Scotland Cricket Club gremito da 4.000 spettatori; prezzo biglietto d’ingresso: uno scellino.

In campo i padroni di casa scozzesi  vestono un’elegante casa‎cca blu con lunghi pantaloni color avorio. Gli sfidanti inglesi rispondono in completo bianco ‎e sgargianti calzettoni rossi.
È tutto pronto.

Ma mentre l’arbitro, in un impeccabile completo nero, fischia il calcio d’inizio il tempo si ferma. Perché qui comincia la favola che vogliamo vivere, che vogliamo condividere, e raccontare a tutti voi:
Benvenuti al Football Museum The Fans. Il primo museo che racconta l’origine, l’evoluzione e lo sviluppo moderno del gioco più bello e amato del mondo. 
Un autentico punto di riferimento per tutti i tifosi e gli appassionati. 
Inaugurato, un anno fa, nella Città di ROMA, a pochi passi dalla Basilica di S.Maria Maggiore, all’interno dello storico spazio”The Fans”  vanta una collezione unica, di oltre 2.000 cimeli calcistici(molti donati da ex calciatori, dirigenti C.O.N.I.e F.I.G.C.) tra cui il pallone “a buccia d’arancia” con cui si giocò la prima partita internazionale riconosciuta da una federazione(Football Association) gli scarponcini del mitico Giuseppe Meazza, e le magliette dei più grandi campioni. 

Maradona, Pelè, Zico, Baggio e Cruijff sono solo alcuni dei nomi più prestigiosi che fanno parte di una galleria che riporta la memoria ai primordi del “football” quando ancora le magliette non avevano né logo, né sponsor, tantomeno il numero…
È molto interessante anche divertente, vedere l’evoluzione dei materiali con cui si fabbricavano i cosiddetti “attrezzi del mestiere” perché, in particolare i palloni e gli scarpini, rappresentano uno spaccato sociologico fondamentale nella vita quotidiana della società dell’epoca, non solo come svago, ma anche, e soprattutto, come mezzo
d’aggregazione di tutte le classi sociali.

Non dobbiamo dimenticare che il calcio ha rivestito, nel corso del ‘900, una preziosa funzione catalizzatrice, soprattutto al Primo e al Secondo Dopoguerra, durante la
ricostruzione, mentre l’Italia si stava rimettendo in piedi, la Nazionale azzurra prima e il Grande Torino poi, strinsero a sé e riaccesero l’orgoglio patrio in milioni di italiani.
Ecco perché è d’uopo che la leggenda di quegli anni vada spiegata ai più giovani
affinché possano, più facilmente, comprendere valori quali sacrificio, volontà, lealtà che animarono quei grandissimi campioni e li resero immortali; un insegnamento,
oggi più che mai, valido ed attuale. 

Un luogo, dunque, che unisca le vecchie alle nuove generazioni sulla base dei ricordi e delle emozioni, di un gol all’ultimo minuto o di un rigore sbagliato, perché dietro ogni maglietta, ogni pallone, ogni scarpino c’è una storia, o meglio, una favola da
raccontare.

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