Venezia “capitale del mondo, la più antica città del futuro” e poi il Governo, con la sua credibilità internazionale, le riforme in atto e l’economia del Paese che cresce, ma soprattutto il forte richiamo ai giovani a entrare nella Pubblica amministrazione, iscriversi al portale del reclutamento inPA e partecipare ai concorsi. Di questo e molto altro ha parlato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo all’evento “Live in Venezia”, organizzato e trasmesso in diretta da SkyTg24.
Venezia capitale del mondo
Il ministro ha esordito con parole di grande entusiasmo per l’impegno e i progetti per riportare Venezia al suo ruolo storico di “capitale del mondo”.
“Cerco di dare una mano per far diventare Venezia quello che era: capitale del mondo. Città vera, che produce reddito, che scambia merci, che fa nascere bambini. Ora sta andando sotto i 50mila abitanti. Era una straordinaria città artificiale, perché i veneziani avevano bloccato il mare e spostato i fiumi. Erano riusciti a fare investimenti enormi. Poi le cose sono cambiate. Venezia è diventata solo una città di fruizione turistica. Dobbiamo riportare Venezia a essere una città viva: portare l’artigianato, l’arte e la cultura”, ha dichiarato il ministro.
Venezia era “una grande quantità di intelligenza e di ricchezza”. I veneziani erano pescatori, sono andati in giro per il mondo.
“Gli ultimi anni della mia vita – ha aggiunto Brunetta – li voglio dedicare a riportare a Venezia reddito, cultura, sostenibilità”.
Il Governo è in forma, il Pnrr procede e l’economia cresce
Passando poi ai temi del Pnrr e dell’azione dell’esecutivo, ha spiegato che “Il Governo sta bene. Ha un’enorme credibilità in Europa e nel mondo. L’Italia sta cambiando pelle. Non è più l’Italietta. Sull’Ucraina la nostra posizione è ferma e precisa: dalla parte della democrazia e della libertà. Non c’è pace se non c’è libertà e democrazia. Per questo il Governo Draghi sta tenendo la barra dritta. Stiamo raggiungendo tutti gli obiettivi del Pnrr, anzi, li abbiamo già raggiunti. Al 100%. Sono obiettivi difficili: riforme, cambiamenti delle regole, investimenti, mutazioni fondamentali, come quella green e quella digitale. Sono rivoluzioni epocali che stanno cambiando la nostra vita. Tutto il Governo sta realizzando una rivoluzione. In Italia non sono mai state fatte tante riforme come in questo periodo. Perché il Pnrr è un contratto: l’Europa ci dà i soldi se facciamo le riforme”.
“Non vedo rischi di recessione tecnica – sottolinea il ministro -. Il primo trimestre 2022 ha il segno più e, molto probabilmente, anche il secondo trimestre avrà il segno più. L’ottimismo e la fiducia sono fondamentali”.
Aumentare produttività e salari in maniera strutturale
Per il ministro, passando alla crescita dei prezzi: “Se depuriamo l’inflazione dall’aumento dei prezzi energetici arriviamo a un tasso tra il 2 e il 3%, perfettamente sostenibile. L’inflazione è come la temperatura corporea: non bisogna averla troppo alta né troppo bassa. Quella giusta per noi è intorno al 2-2,5%. Per contrastare l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto, io sono per quanto ha scritto Luigi Sbarra: serve un patto sociale. Tassare le rendite finanziarie sarebbe una soluzione semplicistica e innescherebbe conflitti distributivi di cui non abbiamo certamente bisogno”.
“Mi onoro di aver contribuito, nel 1984, a bloccare la spirale prezzi-salari prodotta dalla scala mobile. Quella spirale anche oggi sarebbe il male più grande. Non deve succedere. Non deve neanche verificarsi una redistribuzione del reddito manichea. Abbiamo bisogno di più crescita, perché per vent’anni siamo cresciuti troppo poco. Dobbiamo aumentare la produttività e i salari in maniera strutturale” ha ricordato Brunetta.
“Nell’immediato io interverrei su una riduzione dell’Iva a favore dei prodotti di prima necessità e di largo consumo. Nel lungo periodo, invece, punterei ad aumentare produttività e crescita. Facciamo, dunque, un patto non per la moderazione salariale, che non mi è mai piaciuta. Io voglio salari legati alla produttività. Come si fa? Investimenti in capitale umano e in formazione, valorizzando il merito”.
L’appello ai giovani: “Fate i concorsi”
Il cuore dell’intervento, però, è sull’accesso alla Pa e sull’importanza che i giovani partecipino alle numerose selezioni in corso.
“Capitale umano, formazione, merito. È ciò che ho fatto nella Pubblica amministrazione. Innanzitutto ho sbloccato i concorsi. L’anno scorso, in sei mesi, sono entrati 45mila nuovi dipendenti. Prima ci volevano fino a 4 anni per celebrare un concorso, dal bando alla pubblicazione delle graduatorie. Adesso bastano 100 giorni. Abbiamo aperto un portale per favorire l’accesso: inPA. È come LinkedIn. Andate lì e troverete il futuro”.
“Io voglio tanti giovani nella Pa. Ho ripristinato il turnover, che era bloccato da 20 anni. Si voleva risparmiare sul capitale umano pubblico. Ma, durante la pandemia, sono stati i ‘volti della Repubblica’ – i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine, i bravi burocrati – a garantire la tenuta dei servizi e della comunità. Gli italiani se ne sono accorti: secondo una recente rilevazione dell’Istat, oltre l’80% è stato soddisfatto dei servizi della Pa”.
“A voi giovani dico: registratevi su inPA, fate i concorsi. Un Paese efficiente ha bisogno di una Pa efficiente e gentile. Non è impossibile: la abbiamo vista all’opera con la campagna vaccinale del Generale Figliuolo”.
La Pa è un porto sicuro
Il ministro, a proposito delle retribuzioni della pubblica amministrazione, ha ricordato i vantaggi a partire dalla stabilità del posto di lavoro e del mancato uso della cassa integrazione.
“I vantaggi sono compensati da salari non sempre alti. Io vorrei che tra pubblico e privato non ci fossero differenze – ha chiarito il ministro – però non si può pensare di avere salari del pubblico come quelli del privato e poi avere la garanzia di non essere licenziati, non avere la cassa integrazione e non avere il controllo di produttività. Dire che nel pubblico ci sono bassi salari è un’affermazione all’apparenza di buon senso ma in realtà non proprio così vera. Il vero salario è un multiplo di quello formale. Uno vuole andare nella pubblica amministrazione perché è un porto sicuro”
Smart working: “La penso come il Nobel Phelps”
Passando al lavoro a distanza: “Elon Musk è un visionario, ma io sullo smart working preferisco citare quel che ha appena affermato in un’intervista il Premio Nobel per l’economia, Edmund Phelps. Ha detto che nel lavoro, perché ci sia creatività e innovazione, occorre esserci, parlarsi, in presenza. I luoghi di lavoro devono essere ancora momenti di creatività e di scambio”.