Se qualche anno fa ci avessero chiesto di immaginare la nostra nuova casa, da costruire a partire dalle fondamenta, probabilmente la maggior parte di noi avrebbe pensato ad una villetta in muratura, con un giardino tutto intorno in una tranquilla zona residenziale o immersa nella campagna, fatta di cemento armato o di mattoni a vista.
Oggi le prospettive cambiano e in molti, soprattutto tra gli appartenenti alle nuove generazioni, potrebbero immaginare di costruirsi una casa con tecniche e materiali alternativi: come il legno, tanto per dirne uno. Basta pensare alle molte recenti ricerche che ritraggono i millennials (la generazione nata tra gli anni ’80 e ’00) come molto più attenti alla salvaguardia e al rispetto per la natura, soprattutto quando si parla di casa e tecnologie ad essa connesse.
Un cambiamento di gusti e prospettive non da poco, che dimostra come si stia andando nella direzione della sostenibilità, vera parola chiave del prossimo futuro. Tre importanti concetti stanno guidando questa “rivoluzione” culturale: salvaguardia dell’ambiente, risparmio energetico e miglioramento della salute e delle condizioni di vita di tutti.
La parola che li accomuna è bioedilizia, un moderno concetto di architettura che sfrutta l’energia dell’ambiente con cui si fonde alla perfezione e che produce benefici all’intero ecosistema.
La bioedilizia è il core business di Distretti Ecologici, una realtà che sviluppa progetti e soluzioni per il sostegno e la crescita di privati, aziende e istituzioni verso la transizione energetica e la riconversione green, fondamento necessario per il futuro di tutti. Il suo scopo è quello di sfruttare al meglio tutte le opportunità che il governo e l’Europa ci mette a disposizione, grazie a incentivi come il superbonus o i piani previsti dal PNRR.
UNA SVOLTA CULTURALE
L’edilizia sostenibile, per sortire gli effetti desiderati, non deve essere una semplice moda del momento o un qualche capriccio da archistar, ma piuttosto uno switch culturale deciso che segna il passo e detta le regole di oggi e domani. Fortunatamente anche nel nostro Paese si sta cominciando a capire l’importanza di applicare criteri “biocostruttivi” nella realizzazione di edifici pubblici e privati.
Il tutto è reso molto più conveniente e alla portata di tutti grazie agli incentivi che, in Italia, riguardano soprattutto interventi di efficientemento energetico. L’ecobonus è il più importante e il più utilizzato dagli italiani, e consente di poter beneficiare di una detrazione al 65% per interventi di riqualificazione che puntino a migliorare le prestazioni energetiche di un’abitazione, a ridurne quindi i consumi e l’impatto ambientale.
Grazie a questo tipo di interventi la strada sembra essere quella giusta verso livelli di consumi energetici molto più ridotti e al passo con i tempi. Uno slancio che in realtà ha portato l’Italia tra i primi posti per la produzione di energie alternative a quelle fossili, soprattutto per quanto riguarda il fotovoltaico e l’eolico. Interessante il record che ha fatto molto parlare di sé negli ultimi mesi: il 21 maggio infatti l’87% del fabbisogno energetico italiano è stato coperto da fonti rinnovabili. Certo, una rondine non fa primavera, ma la consapevolezza cresce e con questa il numero di coloro che puntano su costruzioni bio.
Per tornare all’esempio precedente, di questi tempi il legno è in netta ascesa tra le richieste del popolo dello stivale; secondo il Rapporto Case ed Edifici in Legno del Centro Studi Federlegno Arredo le abitazioni costruite con questo materiale aumentano di anno in anno: ad oggi 1 su 14 (al quarto posto in Europa) utilizza per la sua realizzazione uno dei prodotti naturali più sicuri, salubri, economici e confortevoli.
UNA CASA AMICA DELL’AMBIENTE
La scelta green nel settore edile è importante anche per un’altra ragione. L’Unione Europea ha stabilito che entro il 2020 tutti gli stati si devono impegnare a ridurre le emissioni di gas serra del 20%, ad alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e a portare al 20% il risparmio energetico. Considerando che l’edilizia è la prima causa di consumo energetico, viene da sé che è necessario fare di tutto affinché le costruzioni rispettino il più possibile l’ambiente.
Il futuro sembra essere adatto ai cosiddetti nZeb: Nearly Zero Energy Building, l’edificio che massimizza la prestazione energetica minimizzando i consumi legati a riscaldamento, raffreddamento, illuminazione e produzione di acqua calda, poiché il suo fabbisogno lo soddisfa attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili.
Ma come dev’essere un’edificio per rispettare standard così elevati?
Innanzi tutto verrà costruito assemblando materiali naturali o riciclati; oggi la produzione di entrambi sta crescendo in maniera vertiginosa e molte aziende stanno addirittura convertendo la propria produzione per passare a materiali eco-friendly.
In seconda battuta l’abitazione dovrà essere orientata in maniera da sfruttare a pieno, ad esempio, il calore del sole o l’energia del vento; anche la posizione della struttura quindi condiziona i consumi. Consumi che potranno essere abbattuti se si crea un involucro adeguato nelle pareti esterne dell’edificio; una coibentazione a regola d’arte (con materiali alternativi) permette di mantenere calore o fresco, per un comfort abitativo ottimale sia in estate che in inverno.
In più la casa ecologica è dotata della tecnologia in grado di sfruttare al massimo le fonti rinnovabili: pannelli solari, impianti di riscaldamento o raffreddamento alimentati con prodotti riciclati, o sistemi di ultima generazione per il riciclo dell’acqua, per fare solo qualche esempio.
Tutto però parte dagli inquilini che sono il tassello fondamentale del circolo virtuoso; i comportamenti degli abitanti di una casa – costruita secondo i principi della bioedilizia – devono andare verso livelli di risparmio e riciclo davvero importanti. Solo in questo modo il cerchio sarà completo: il futuro dell’edilizia passa da tutto questo.