Se è vero che con i sogni e con l’ottimismo non si risolvono i problemi, cosa pensiamo di fare con la sfiducia e il pessimismo?
Crisi economica, disoccupazione, aumento della povertà, fuga all’estero. I discorsi degli italiani sono sempre più incentrati su questi argomenti alimentati, perlopiù, dalle statistiche avvilenti diffuse quotidianamente dai mezzi di informazione. La salute finanziaria percepita dagli Italiani è la più bassa al mondo. Solo il 28% delle persone nel nostro paese si ritiene sereno dal punto di vista finanziario. Un clima di sconforto e smarrimento ci ha travolto e rischia di annuvolare il nostro futuro. L’immagine che ci viene riflessa è quella di un Paese senza speranza avviatosi sulla strada dell’inesorabile declino.
Con il caos finanziario cresce l’incertezza che si traduce in uno stato di rassegnazione dinanzi a problemi che appaiono troppo grandi, anche perché le cause non dipendono solo dalla politica interna del nostro Paese ma fanno parte di un più ampio scenario internazionale con cui abbiamo la necessità di collaborare appieno.
Gli effetti collaterali della crisi sono andati ben al di là delle sconfitte economiche incupendo lo splendore del “fu” Belpaese.
Se vogliamo invertire la rotta ci conviene cambiare strada.
Cambiando prospettiva e spostando il focus dai problemi dell’economia internazionale ai nostri punti di forza e alle risorse che ci contraddistinguono nel resto del mondo emerge che il Made in Italy è e rimane ancora un marchio unico e difficilmente imitabile.
Senza dubbio c’è un’Italia che soffre, che continua ad essere stretta nella morsa finanziaria, dove migliaia di cittadini e imprese a causa dell’aumento del debito pubblico e del drastico calo dei consumi e della domanda interna sono ridotti alla mera sopravvivenza. Ma c’è anche un’Italia che vince, che ha saputo fare fronte alla crisi e a rispondere alle nuove esigenze della globalizzazione conquistando importanti quote di mercato estero. Quest’Italia, adombrata dalle ceneri della crisi, va conosciuta, o meglio ri-conosciuta, altrimenti è impossibile cogliere la sua giusta collocazione nel contesto europeo e, soprattutto, nel resto del mondo.
Proprio per questo dobbiamo fortemente riscoprire quello che in uno dei miei libri ho chiamato il Battito di Libertà.
Battito perché sono convinto della grande vitalità del nostro Paese. Anche se in questo momento il battito si è un po’ affievolito non dobbiamo dimenticare che l’Italia, attraverso il Rinascimento, ha avuto il merito di traghettare il mondo intero verso la modernità. Non è forse questo il significato della morfologia geografica dell’Italia? La forma dello stivale sta a significare che traccia il sentiero, segna il cammino!
Libertà perché credo sia il valore più importante al quale dobbiamo fare riferimento. Per questo motivo è necessario informarsi su tutto per evitare di essere manipolati a causa del nostro “ignorare”. La presa di coscienza che passa attraverso il processo di conoscenza è alla base del percorso di liberazione.
Abbiamo capito che la questione non è solo di natura finanziaria. Ci troviamo a vivere in un’epoca contrassegnata da tensioni e contraddizioni e sempre più si avverte la necessità di stimolare dibattiti e riflessioni su quelli che sono i paradigmi e le posizioni di potere che dominano le nostre coscienze e il nostro attuale modo di vivere. Un modo di vivere divenuto insostenibile per la gran parte delle persone, ad eccezione di chi, naturalmente, trae vantaggio da tutto ciò.
Stiamo assistendo inesorabilmente ad un teatrino della politica nel quale i protagonisti hanno preso gioco del popolo italiano senza rispettare i ruoli e la provenienza di ognuno di noi, senza alcun riguardo verso chi ha costruito con la fatica, con lo studio, con l’esperienza e con l’onestà un personale percorso di vita.
Occorre una forte riflessione da parte di tutto il mondo politico ed istituzionale per riallineare tutti i valori fondamentali della nostra costituzione. Occorre farlo subito!
Siamo all’alba di un nuovo ciclo storico e ci sono ancora molte sfide da affrontare, ma l’Italia possiede tutte le carte per vincere questa partita.