Carissimi,
è giunta l’ora di parlare senza peli sulla lingua di un tema che reputo importantissimo per tutti gli imprenditori e professionisti che ogni giorno navigano nella trincea del lavoro e puntano sulla reputazione del proprio Brand.
Siamo nel 2019, internet è un dato di fatto nelle nostre vite e, proprio per questo, è ormai riconosciuto come una cosa seria, una di quelle che si maneggiano solo se si sa come farlo.
La comunicazione, fondamentale per i nostri business, ha virato dal sistema tradizionale, off-line, al più attuale e innovativo On-line.
Per esempio, è risaputo che – senza l’aiuto di un bravo sviluppatore o web master – non si otterrà mai un sito straordinario. Oppure che, per la realizzazione di contenuti decenti, serve qualcuno che sappia scrivere e indicizzare i testi come un bravo copywriter e seo specialist.
In ultimo, ma non per importanza, è ormai riconosciuto che per una buona campagna sui social network, sia necessario il contributo di un’agenzia capace e ben strutturata.
Siamo certi che questo concetto è assimilato?
Oggi vorrei condividere la mia riflessione con chi è ancora convinto che internet sia il gioco degli adolescenti e che i social network siano mondi in cui muoversi liberamente, senza regole, nella convinzione che i risultati arrivino da soli, in un modo o nell’altro e senza la consapevolezza che chi non si muove con cognizione di causa rischia di farsi male.
La mia esperienza di imprenditore nel mondo della comunicazione e del marketing che svolgo da oltre 20 anni, può aiutarmi a dimostrare che il lavoro di un social media manager non è un gioco da ragazzi e che, prima di lasciare la gestione di una pagina aziendale al figlio o al nipote bravo con facebook e Instagram, è meglio pensarci due volte.
È iniziato tutto con facebook tanti anni fa, un luogo misterioso all’inizio e affascinante poi, in cui la pubblicità sembrava solo un miraggio lontano. E tutti si iscrivevano, incuriositi e pronti alla sfida di vivere una nuova dimensione. In seguito, molti di loro, hanno pensato bene di utilizzare questo strumento come sistema di controllo verso i figli.
Il sogno però non è durato molto e, quando la pubblicità ha invaso Facebook, per un utente normale non è stato subito facile capirne finalità e funzionamento.
Le agenzie di comunicazione hanno quindi iniziato a specializzarsi e a proporsi come soluzione al problema: erano loro, uniche depositarie di conoscenze e capacità esclusive, a seguire l’adv di clienti grandi e piccoli.
A un certo punto, Facebook ha deciso che la possibilità di usare il social a scopi pubblicitari era diritto di chiunque, anche dei privati. Chi si ricorda le sponsorizzazioni sui profili personali? Bastava un click di qualche euro e il gioco era fatto. La funzione è quindi stata allargata a tutti e la possibilità di promuovere i post ha illuso le aziende più piccole. Per diversi mesi, le sponsorizzazioni hanno seguito regole semplici e molto generiche. Così facendo, le aziende si sono illuse di poter gestire in autonomia le campagne e le agenzie hanno perso terreno, ma non competenze. Il lavoro di professionisti qualificati e di aziende serie e riconosciute, infatti, ha sempre garantito risultati, a differenza di quello svolto per hobby.
Sponsorizzare i post è diventata una prassi abituale per le aziende, ma Facebook ha cambiato le regole del gioco ed ha aumentato le difficoltà. Il primo passo è stato migliorare le regole di targetizzazione, evidenziando la necessità di competenze specifiche nel campo del marketing. La fase successiva ha visto la nascita di Facebook Business Manager, le cui funzioni sono palesemente al servizio di gestori competenti con alle spalle ore e ore di studio e di pratica. A mio avviso solo un manager con anni di professione ha la capacità di portare risultati concreti.
Il mio traguardo più grande sarà quello di spiegarvi e tradurvi un pensiero semplice ma alquanto ingannevole. Le ultime mosse di Facebook evidenziano una verità inconfutabile e sono certo al 100% di cio che dico: per ottenere ottimi risultati, è meglio lasciar fare a ognuno il proprio mestiere.
E dal momento che l’investimento di una azienda per promuovere il Brand e per vendere i prodotti attraverso le politiche di advertising on line prevede uno spostamento del 70-80% del budget sui social network, è importante affidare le proprie campagne a qualcuno che conosce le regole di tali strumenti, oltre alle loro indiscusse potenzialità. Oltretutto bisogna sapere aspettare perché non sempre il risultato arriva nell’immediato.
Una buona campagna presuppone un posizionamento organico del brand eccellente, ecco perché ai miei clienti dico sempre che i risultati arrivano nel secondo anno di gestione. Ma come sempre, la maggior parte di loro non sanno aspettare e con la tipica impazienza all’Italiana, anche dovuta ad una mancanza di cultura specifica, spariscono con le scuse più divertenti e improbabili.
Per come la vedo io, Facebook è l’unico social network che garantisce due cose fondamentali:
1. Si investe esattamente su ciò che si ha: una caratteristica unica che Google ad esempio ancora non assicura con la stessa scientificità.
2. Più si è preparati, competenti ed esperti e meno si investe: con 60 euro, per esempio, si possono raggiungere 60 oppure 200 likes e, in questo senso, è proprio la competenza dell’agenzia a fare la differenza per fare conversioni.
Avete mai provato a leggere gli insights di una pagina Facebook? Li avete interpretati correttamente?
Ci sono almeno tre livelli di competenze per chi lavora come noi nel mondo del web adv e oggi ho approfondito solo il caso di Facebook.
Mi sembra quindi evidente che quello delle web agency sia un lavoro tutt’altro che semplice e che la mancanza di cultura specifica sia un grande tema su cui lavorare.
Ad esempio le associazioni di categoria quali Confindustria, Confcommercio e tante altre, hanno mai approfondito questo tema al fine di garantire ai propri associati una condizione migliore ed ottenere risultati garantiti in un epoca in cui il fatturato delle aziende cade vertiginosamente? Non pensate che sia più importante un valore aggiunto così determinante rispetto alle politiche personali per fare carriera senza tutelare il sistema e nutrirlo?
Lo volete capire che il digital marketing è l’unica via per aumentare la percezione del brand e portarlo al successo? Pensate che sospendere le attività on-line sia sano per la vostra azienda? Allora ve lo dico con tutta sincerità, non essere protagonista del web vuol dire non avere alcun peso.
Infine, vorrei darvi un ultimo suggerimento. Non mettetevi mai nelle mani di un social media manager freelance che per 300/400 euro mensili vi promette risultati strepitosi lavorando da casa. È pura follia!!! Ci vuole una struttura, un team qualificato, con un coordinamento capace di trasferire la migliore vision del caso.
I miei clienti, sono seguiti almeno da 5/6 figure ben distinte. Uno strategist, un grafico, un copy, un web master, un esperto in adv ed infine dal social media manager.
Siete ancora sicuri di volerlo lasciare nelle mani di vostro figlio o del freelance che lavora da casa?